Ben più spesso di quanto si immagini, sono i manager ad influenzare direttamente con il loro comportamento (ed a volte gli stereotipi) i risultati dei collaboratori
Si parla di “effetto Pigmalione” (dalla mitologia greca): quando le aspettative che nutriamo nei confronti di una determinata persona sono positive ed elevate, queste influiscono sul nostro atteggiamento, predisponendoci positivamente nei confronti di quella persona e facendoci di conseguenza comportare in maniera costruttiva. La percezione di questa predisposizione positiva produce nella persona in questione effetti positivi, e porta a migliori risultati.
A questo effetto se ne associa un altro, e cioè l’ “effetto Galatea”: aspettative elevate su sé stessi portano abitualmente a prestazioni più elevate.
Un effetto innesca l’altro, e vediamo il meccanismo:
- Ho aspettative positive nei confronti di un collaboratore
- Questo si traduce (spesso inconsapevolmente) in uno stile di leadership improntato al supporto ed alla motivazione
- Il collaboratore lo percepisce
- Le aspettative del collaboratore verso di sé aumentano (effetto Galatea)
- Il collaboratore si impegna di più
- I risultati ottenuti sono migliori
- In un circolo virtuoso, il manager trova conferme alle proprie aspettative (e si ricomincia…)
Attenzione però: questo funziona anche in negativo!
Aspettative negative vengono percepite dal collaboratore, e si innesca un processo di sfiducia che contribuisce in maniera negativa sulle sue prestazioni e sui suoi risultati. Il problema è che il manager spesso non si accorge di aver contribuito lui stesso al risultato, e di fronte a risultati non brillanti pensa solo “avevo ragione io a non volermi fidare”. Innescando così un circolo vizioso.
La profezia si può autoavverare dunque sia in positivo che in negativo.
Bisogna pertanto fare attenzione a non innescare il meccanismo negativo, ad esempio:
- Riconoscendo che ogni collaboratore ha un potenziale per far bene e migliorarsi
- Precisando correttamente obiettivi e piste di azione
- Facendo sentire il proprio supporto
- Aiutando nella crescita individuale
- Giudicando i fatti e non le persone
- Riconoscendo la possibilità di sbagliare, ed aiutando a correggere il tiro.
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