Resilienza!

La resilienza è una forma evoluta di “resistenza” e consiste nella capacità di fronteggiare con un atteggiamento positivo e costruttivo le difficoltà che ci si prospettano 

In questo contesto in evoluzione accelerata le sfide da fronteggiare sono a complessità crescente: per la loro soluzione sono necessarie conoscenze sempre più evolute ed attitudini sempre più forti.

 

L’incapacità di gestire con successo le pressioni derivanti dagli accadimenti quotidiani, dall'ambiente, o dalle relazioni con chi ci circonda può infatti essere fonte di frustrazione e di demotivazione, sino a sfociare in sentimenti di inadeguatezza e di inferiorità.

 

La resilienza è una forma evoluta di “resistenza” e consiste nella capacità di fronteggiare con un atteggiamento positivo e costruttivo le difficoltà che ci si prospettano. Il "resiliente":

  • è consapevole dell’esistenza di trasformazioni continue di contesto, anche con potenziali complicazioni ed ostacoli allo svolgimento della propria attività; sa che fanno parte delle opzioni quotidiane e che occorre predisporsi nel modo più adeguato per fronteggiarle
  • attribuisce allora una valenza positiva alle trasformazioni che vive e cerca di coglierne gli aspetti positivi, di viverle come potenziale fonte di opportunità, di dare nuova dinamica al proprio operare. Prende strade anche difficili, non si abbatte di fronte alle difficoltà ma reagisce prontamente ed efficacemente, riuscendo a contenerne gli impatti, o a riprendersi imparando la lezione, o ancora a trasformarle in opportunità di cambiamento.  

La resilienza non è una competenza comune; mi è capitato spesso di confrontarmi con colleghi o conoscenti che, di fronte ad una idea o progetto si dimostravano abilissimi nel coglierne solo gli aspetti negativi, le conseguenze potenzialmente pericolose, le difficoltà di esecuzione. Questi interlocutori mostravano ostilità verso la novità, l’iniziativa, la creatività, preferendo lo status quo (“abbiamo sempre fatto così”) e mostrando scarsa propensione al rischio. Sono segnali possibili di scarsa resilienza “professionale”.

 

Si può allora migliorare la resilienza:

  • coltivando una visione ottimista (vedendo il bicchiere mezzo pieno),
  • dando fondo alle proprie energie per fare fronte agli eventi, non pensando subito che tutto è perduto,
  • confidando che, con le proprie capacità, dal negativo si può sempre estrarre qualcosa di positivo (fosse anche solo l’insegnamento a non ricascarci nel futuro),
  • sapendo che il gruppo può essere di grande supporto ed aiuto, e per un manager vuol dire coltivare lo spirito di equipe, la capacità di ascolto e di comunicazione.